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Laboratorio di danza tradizionale thailandese
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Laboratorio di danza tradizionale thailandese

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Sabato 3 Settembre,

ore 17.30

Laboratori di danza tradizionale Thai

ore. 20.30
Spettacolo di danza tradizionale Thailandese,
a cura dell’Associazione Thailandese del Triveneto

Domenica 4 Settembre

ore 16.00 — ore 17.30
Laboratori di danza tradizionale Thai :

A cura di:  Associazione Thai Triveneto

Dove:         Giardino base scout Civetta, Lido di Venezia
La Danza in Thailandia

Thailandia, il Paese del sorriso e della gentilezza. Per i turisti, sempre accolti con tutti gli onori, non è difficile avere una piccola idea delle tradizioni locali. A Bangkok, ma anche in molte altre splendide località, come ad esempio le isole Koh Samui o Phuket, molti ristoranti propongono oltre alla cena, esibizioni o spettacoli di danze accompagnate da musica classica thailandese. Un modo di intrattenere gli ospiti che ha radici antiche. La danza thai veniva eseguita soltanto alla corte reale ed esclusivamente da donne. Oggi i movimenti delicati della danza sono impreziositi dai tradizionali costumi ricamati. Le movenze sono elaborate e piuttosto lente; ipnotiche, ma con ritmi vivaci e con l’ accompagnamento degli strumenti orientali. In queste occasioni il pubblico potrà vedere diversi tipi di danza, ognuna con i suoi passi e tempi.

Diversi stili accomunati dalla grazia

La danza thailandese è una danza molto espressiva. Questa si differenzia da regione a regione, in base alla cultura e all’ambiente. Al nord è caratterizzata da movimenti eleganti e aggraziati mentre a sud e a nord-est è più vivace e movimentata. Le danze vengono eseguite quasi esclusivamente da giovani donne dal viso perennemente impostato al sorriso. La mimica sempre sorridente e i movimenti aggraziati interpretano ogni singolo evento della storia messa in scena. I balletti hanno sempre una trama dove il bene alla fine vince sulla cupa potenza del male. Come nella vicina India, anche in Thailandia si danza a piedi nudi appoggiando al suolo tutta la pianta del piede. I costumi indossati dalle danzatrici sono riccamente adornati, mentre l’acconciatura può essere impreziosita da fiori di orchidea.

Le danze thailandesi sono fortemente influenzate dal teatro, quasi come se danzatori e attori fossero la stessa cosa. Il Lakhon, parola che significa semplicemente “storia o trama”, è la forma basilare della danza classica thailandese. E’ una danza drammatica che attinge ai temi del Ramakien, la storia di Rama, conosciuta in India come Ramayana, e del Principe Panji della tradizione Giavanese. La forma più classica del genere è il Lakhon Nai, cioè “teatro interno”, che veniva rappresentato da attrici di corte dentro al Palazzo Reale. Più popolare è invece il Lakhon Nok, cioè “teatro esterno” composto di attori e attrici, spesso associato a celebrazioni religiose. I costumi indossati si ispirano in gran parte ai vestiti di corte durante il periodo di Ayutthaya. Gli attori che rappresentano personaggi reali indossano alti cappelli dorati a forma di stupa (monumento buddhista).

Il Likay, invece, è l’attrattiva principale di quasi tutte le feste di provincia, e occupa un posto analogo a quello della musica folk nei paesi occidentali. Potrebbe essere descritto come una forma burlesca della danza classica, con attori che in parte improvvisano sulla base di un canovaccio. Il Likay mette spesso in scena storie di intrighi amorosi.

Il Khon – che non è mai stata una forma d’arte destinata alle masse – è un vero e proprio dramma danzato con uso di maschere, che risale al XV secolo. Si pensa abbia avuto origine dal Nang Yai, il teatro delle ombre, con la sostituzione delle marionette con attori. Infatti, fino a qualche anno fa, la scenografia tradizionale aveva uno schermo bianco come fondo-scena. Originariamente tutti gli attori del Khon portavano maschere e l’impossibilità ad emettere qualsiasi suono ha reso necessaria la presenza nell’orchestra di “recitatori-cantori” (il khon-pak). Più tardi, gli attori che interpretavano esseri umani e dèi sostituirono alle maschere l’uso di particolari copricapi appuntiti. Ma nonostante questo, solo ai clown è consentito usare la voce. I movimenti degli attori devono essere perfettamente sincronizzati alla recitazione del testo.

Il libretto del Khon è quasi invariabilmente il Ramakien, la versione thailandese dell’epica indiana Ramayana, integrate con le scritture buddhiste e con l´epica giavanese Srivijaya, elaborata dal Re Rama. Questo dramma è accompagnato dalla musica sia vocale che strumentale.

L´orchestra piphat è formata da: pi-nai (oboe), kong wong (piccoli gong), raned-ek (xilofono), tapone e klong tad (due strumenti a percussione) e ching (piccoli cembali).

Dei sette toni della scala thailandese, solo cinque sono maggiormente usati e questo avvicina la musica dell’orchestra thailandese alla musica pentatonica cinese. I praticanti sono quasi tutti giovanissimi, poiché il danzatore viene giudicato dalla qualità dei movimenti e delle contorsioni che il ballo richiede. Le dita, ad esempio, devono piegarsi all’indietro fino a toccare il polso. In una danza khon, le maschere, il trucco pesante e gli elaboratissimi costumi ricoperti di gemme relegano in secondo piano la personalità dei danzatori. Ogni gesto è altamente stilizzato e immediatamente riconoscibile da un esperto, e una sessione può durare anche otto ore.