“Viviamo l’esperienza artistica come via giocosa e irriverente ad una più approfondita conoscenza di sé stessi. Dedichiamo la stessa cura ed attenzione alle dimensioni del corpo, dell’anima e della mente per portare sempre più luce e una maggiore consapevolezza degli strati più sottili dell’Essere. Amando, come modalità di agire a noi più vicina, l’incontro e la relazione con l’altro, desideriamo condividere un tempo creativo e uno spazio libero in cui (ri)scoprirci, sorprenderci, mettere in gioco e prendersi gioco dei nostri limiti, pregiudizi e angusti schemi mentali per lasciare spazio al dono dell’energia viva che ci abita. ”
Teatro di comunità e family play.
“Il Teatro di Comunità si occupa dell’espressione, della formazione e dell’interazione di persone, gruppi e comunità, attraverso attività performative che includono i diversi generi teatrali, il gioco, la festa, il rito, lo sport, il ballo, gli eventi e la manifestazioni culturali (…). Il Teatro di Comunità è parte dell’impegno antropologico attuale i cui punti forti sono la costruzione sociale della persona; la dinamica delle relazioni interpersonali e le comprensioni intersoggettive; la struttura delle comunità e delle forme sociali di piccola scala; si propone quindi come azione o liturgia delle comunità, minacciate di estinzione dall’omogeneizzazione e personalizzazione della cultura da parte della società mediale, e come ricerca del benessere psicofisico dei membri di qualsiasi comunità attraverso l’individuazione di pratiche comunicative, espressive e relazionali, capaci di attenuarne il malessere e lo stress individuale tipico della società occidentale”.
(BERNARDI C., Il teatro sociale, in L’ora di teatro. Orientamenti europei ed esperienza italiane nelle istituzioni educative, a cura di C. Bernardi e B. Cuminetti, Euresis, Milano, 1998, p. 157)